Raccomandazioni utili, le prime in Italia che provengono da una fonte istituzionale, elaborate da un pool multidisciplinare di esperti. Si tratta delle Linee guida nazionali sulla diagnosi e terapia del melanoma cutaneo (pdf, 765 Kb), neoplasia con incidenza in continua crescita in tutto il mondo. Negli ultimi 20 anni l’incidenza è aumentata di oltre il 4% all’anno in entrambi i sessi. I trend recenti indicano un aumento persistente per gli uomini e un rallentamento per le donne.
Le linee guida clinico-organizzative, elaborate dall’Agenzia per i Servizi Sanitari Nazionali - Agenas in collaborazione con gli Istituti Regina Elena e San Gallicano, rappresentano uno strumento concreto per orientare i medici e indirizzarli nella gestione della malattia.
Il melanoma cutaneo ha un'incidenza in Italia di 14,3 casi su 100mila uomini e 13,6 casi su 100mila donne (dati AIRTUM), ed è al terzo posto per numero di nuovi casi nella fascia di età da 0 a 44 anni. A differenza di molte altre neoplasie il melanoma colpisce anche le classi d’età più giovani, infatti oltre il 50% dei casi viene diagnosticato entro i 59 anni d’età.
Alla luce del quadro epidemiologico poco incoraggiante, le linee guida sul melanoma intendono essere uno strumento realmente utile nella pratica clinica.
Il manuale ha l’obiettivo di fornire al clinico informazioni e raccomandazioni sul modo più corretto di attuare la prevenzione primaria e secondaria e di gestire i pazienti affetti da melanoma. La diffusione delle linee guida è promossa tramite un volume completo e un documento informatico scaricabile dal sito dell'Agenas - sezione Linee guida.
La forza delle raccomandazioni è classificata come A, B, C, o D ma la scala non riflette sempre l'importanza clinica delle raccomandazioni. Le migliori pratiche cliniche basate sull'esperienza clinica del gruppo di lavoro sono comunque segnalate con una sigla.
Il trattamento del melanoma primario, dei linfonodi regionali, delle recidive loco-regionale, la terapia sistemica adiuvante e la terapia del melanoma in fase avanzata, sono alcuni dei capitoli salienti della guida. Per ogni stadio della malattia ci sono indicazioni di trattamenti chirurgici e medici.
Il manuale comprende anche una sezione che tratta del melanoma in gravidanza.
Dal capitolo sulle terapie del melanoma in fase avanzata emerge l’importanza di vigilare sulla presenza di nuovi farmaci man mano disponibili, vista la recente evoluzione della ricerca. Infine, in questi casi, si evidenzia la necessità di richiedere la valutazione nei preparati istologici degli oncogeni mutati come ad esempio BRAF.
Il Medico di famiglia, o Medico di medicina generale, e il Pediatra di libera scelta hanno un ruolo centrale nel percorso diagnostico dei tumori della pelle e rappresentano il naturale interlocutore tra i pazienti e le strutture specialistiche di riferimento.
Nell’ambito della medicina generale è necessaria una adeguata attenzione per la presenza di un nodulo a rapido accrescimento che può nascondere un potenziale melanoma nodulare, il cui quadro clinico può essere riassunto con l’acronimo EFG (Elevated: elevazione, Firm: consistenza dura, Growing progressively: a rapida crescita).
Per tale motivo, è opportuno che il Medico di medicina generale e il Pediatra di libera scelta siano adeguatamente formati, pur nella complessità della patologia melanocitaria, sui caratteri generali per il riconoscimento di una lesione sospetta, per la selezione dei pazienti a rischio e per il supporto educazionale alla prevenzione primaria, in particolare in età pediatrica.
E’ importante che venga adottata un’unica metodologia diagnostica ed un preciso protocollo terapeutico e di follow-up.
Vediamo di seguito i parametri clinici e morfologici di una lesione sospetta che deve indurre ad indirizzare il paziente ad un centro specialistico: